Sogno di una tavola di mezza estate – un sogno realizzato

Sogno di una tavola di mezza estate – un sogno realizzato

Racconto semi-serio di come è nata l’idea di un nuovo format di corso sulle tavole creative, poi realizzato da Kitchen Milano il 2 luglio scorso.

Galeotto fu un pesciolone.

Galeotto o fonte di ispirazione, perché è proprio guardando questo tagliere/scultura di knIndustries che si è accesa la lampadina.

Nel prendere appuntamento da Kitchen Milano a metà maggio, avevo già in mente di proporre a Grazia, la titolare, un format di corso/gioco sulle tavole creative e a tema.

Il caso ha voluto che quella mattina entrassero in negozio diverse clienti (per fortuna di entrambe) e che la chiacchierata con Grazia diventasse un po’ più lunga e frammentata del previsto.

Nell’attesa ho cominciato a guardarmi in giro con occhi curiosi e a poco alla volta Blue Fish, il pesciolone, mi ha portata a scoprire i tesori di questo magnifico luogo, che è ben più di un negozio.

In termini tecnici può essere definito un concept store, perché oltre agli accessori per la tavola e la cucina, propone oggetti di artigianato, libri di ricette e una piccola e selezionatissima dispensa di eccellenze alimentari Made in Italy.

 

“Gaia hai visto queste posate a servire in legno scuro? E i barattoli di giardiniera? Poco belli questi piatti color ottanio e violetto ? Abbinati a queste posate in acciaio spazzolato sono un incanto. Che dici, si potrebbe organizzare un bel pranzetto.

Se vuoi cuocere il pesce, non me però, puoi usare la piastra di sale himalayano che porti direttamente in tavola e vedi che figurone che fai!”.

Blue Fish aveva ragione, quel negozio era una miniera di spunti. 

Pesce, legno, giardiniera, piastra in sale e piatti di tendenza: è stato come collegare i puntini, perché ognuno di questi oggetti poteva essere la base di partenza per tavole diverse da ambientare al mare, in montagna, in campagna e in città.

Bingo! Grazie Blue Fish.

Trovata l’idea non è stato difficile trasformarla in un format.

Protagonisti sarebbero stati i corsisti stessi, che divisi a coppie, si sarebbero cimentati a creare tavole a tema sotto la mia supervisione.

Avrebbero avuto a disposizione tutto quello che c’è in negozio e io avrei aggiunto fiori di stagione, erbe aromatiche, materiali naturali e di cancelleria, oggetti e decorazioni dalla mia collezione privata, oltre a tanti consigli pratici e alle indicazioni del metodo che ho sviluppato con l’esperienza. I libri di cucina presenti in negozio li avrebbero aiutati a costruire il loro menu a tema, e la dispensa avrebbe fornito la materia prima.

A rendere il tutto ancora più divertente ci sarebbe stata una piccola sfida: una giuria tecnica e la community dei social avrebbero decretato la tavola più creativa.

Era fatta, tutto tornava. Un’idea nuova e originale che anche Grazia, la titolare di Kitchen Milano, ha subito sposato e le sono molto grata per aver sfidato il periodo pre-vacanziero e il caldo super afoso di quelle settimane.

Il 2 luglio il mio sogno è diventato realtà

Blue Fish and the kitchen band sono entrati in azione per ispirare i partecipanti che si sono immaginati un buffet nella campagna Toscana, una tavola montana che rilegge la tradizione in chiave moderna e una tavola cittadina che riprende metaforicamente un viaggio tra Stoccolma e Napoli.

Tre tavole molto diverse tra loro, che però hanno avuto un elemento comune: hanno usato in modo creativo gli oggetti presenti in negozio, trovando anche soluzioni inedite.

Questo è il risultato che più mi dà soddisfazione perché vuol dire che sono riuscita a passare il mio messaggio: tutti possiamo essere creativi, basta usare lo sguardo laterale che ti fa andare oltre l’interpretazione più ovvia che si dà degli oggetti.

Per la tavola della campagna, materiali naturali sono stati alternati a frutta e verdura, usate come fresco e accattivante decoro oltre che come ingredienti per un menu saporito. In primo piano cattura lo sguardo il grande tagliere ricavato da botti barrique esauste che del vino mantiene i colori.

Nella tavola della montagna una saucepan gialla si è trasformata, insieme al suo coperchio, in un centro tavola riempito con fiori di campo, mentre una spilla in raku è stata usata come fermaglio per una decorazione di erba secca, richiamo ai prati appena falciati. A ingolosire gli invitati all’arrivo una ciotolina di frutti di borso.

In città invece un elemento pasta, arricchito di graminacee e menta, è diventato moderno vaso di fiori, mentre una pentola con coperchio tajne è stato pensato come piatto con il suo coperchio per mantenere in caldo le vivande.

Molto originale la scelta di usare gli elementi in marmo rosa per costruire una forma tangram trait d’union tra il posto tavola di Stoccolma, con le sue forme essenziali e quello di Napoli, con i suoi colori più caldi. Una mise en place con due apparecchiature diverse che interpreta molto bene una tendenza attuale.

Ognuna delle tre tavole ha quindi rispettato le indicazioni iniziali, ma una delle tre si è dimostrata più creativa: quella della città.

I voti della community e quelli della giuria tecnica sono andati nella stessa direzione, premiando l’uso inconsueto degli oggetti e l’idea che ve ne era alla base.

Fabio e Maria sono stati parecchio a pensare prima di mettersi preparare la loro tavola. Questo è l’approccio migliore e che consiglio sempre quando faccio i miei corsi:

osservazione >> analisi >> idea >> progetto…..e poi operatività.

Sicuramente Fabio, architetto e designer di professione, è stato agevolato in questo metodo, ma una volta capito è alla portata di tutti.

Come dire, se non osservo non posso vedere i puntini da collegare, giusto Blue Fish???

La cosa buffa è che Blue Fish non è stato usato in nessuna delle tre interpretazioni. Ma è un tipo sportivo e non si è offeso e chissà che non ci saranno altre occasioni di chiamarlo in tavola.

Eh sì, perché mica finisce qui…. Novità in preparazione per l’autunno.

Maison&Objet – le nuove tendenze della tavola e del ricevere

Maison&Objet – le nuove tendenze della tavola e del ricevere

Quali saranno le tendenze tavola di quest’anno? Per scoprirlo sono andata fino a Parigi. Per la prima volta sono stata alla fiera Maison&Objet: ragazzi quanta bellezza!

Un sogno coronato dopo tanti anni. Ogni edizione mi ripromettevo di valicare le Alpi, ma per quanto fosse forte il desiderio, ogni volta rimandavo: un investimento di tempo e soldi che non mi sembrava mai il momento di fare.

Questa nuova attività, che mi fa finalmente sentire nell’abito giusto, mi ha autorizzata a prendere l’aereo, superare qualche timore e immergermi in quella che è stata un’esperienza veramente entusiasmante.

Per due giorni ho guardato tutto quello che i miei occhi potevano vedere, registrato sensazioni, acchiappato ispirazioni, parlato con artigiani e produttori di tanti paesi diversi. Mi sono portata a casa molti contatti, oltre 500 fotografie ma soprattutto tanta tanta energia.

Quindi, da dove posso cominciare a raccontarti qualche cosa del meraviglioso mondo della Casa e degli Oggetti?

Che ne dici se parto proprio dalle tendenze 2019?

Per parlartene prendo spunto dalla selezione curata da François Bernard, direttore artistico di famosi marchi e trend specialist, che ha usato una chiave di lettura molto interessante, i sapori.

Un’esposizione nell’esposizione, pensata per evocare, lasciar immaginare e riunire i prodotti più rappresentativi dell’attuale produzione di settore.

FLAVOURS: i sapori del ricevere e del cucinare

Incaricato dalla fiera di sondare le tendenze nel mondo della cucina e del ricevere, Francois Bernard ha creato 5 allestimenti diversi, corrispondenti ai 5 sapori: salato, amaro, dolce, acido e speziato.

Ad ogni sapore ha abbinato una palette di colori, uno stile, i materiali e ovviamente gli oggetti selezionati tra le proposte delle aziende presenti in fiera. Cinque ambienti in cui immergersi e in cui ogni dettaglio ci racconta qualche cosa.

Mai come in questo caso è azzeccata l’espressione “Ce n’è per tutti i gusti”.

SPEZIATO

Partiamo dal sapore speziato e dai suoi colori caldi ed energetici, come lo sono la terra, il fuoco e i sapori di tutte le cucine del mondo che si mescolano. Un’ampia gamma di rossi che virano al marrone passando per la terracotta e l’argilla o si fanno più chiari con dei corallo per completarsi con gli ocra e gli zafferano.

E’ un gusto che invita all’informalità di una cena tra amici, riuniti intorno a un tavolo rotondo.

In modo coerente le texture sono argillose, grumose, rustiche, martellate e anche rugginose comunque sempre un pò accidentate. Perché l’aspetto che si vuole dare a questi oggetti è quello del fatto a mano, del pezzo unico di produzione artigianale.

E’ il ritorno della paglia, del rattan spesso lavorati a trame larghe a ricordare le capanne sulla spiaggia. Ampio inoltre il ricorso al bamboo, usato sia al naturale per produrre arredi e complementi dagli echi etnici, sia trasformato e stampato per linee di piatti e vasellame leggere, ecologiche e moderne.

Tavoli e oggetti d’arredamento hanno l’aspetto super natural del legno recuperato sulle spiagge o nelle foreste.

Sulla tavola troviamo tovagliette dall’aria rustica, in paglia intrecciata, o lavorata a raggera. O materiali ruvidi tessuti come se fossero lavorati a maglia o all’uncinetto, con i punti ben in vista.

SALATO

Dal colore e dall’energia dello speziato passiamo a un gusto di segno apparentemente opposto. Cromaticamente i colori si spengono dei due non colori per eccellenza, il bianco e nero, con accenni di grigio che introducono al blu cobalto del sale vulcanico.

Lo stile si fa contemporaneo con una rivisitazione e modernizzazione delle forme classiche. Anche qui, pur in modo diverso, ritroviamo superfici porose, picchiettate che invece di ricordare la terra, ricordano la cristallizzazione del sale. E’ uno stile caloroso e moderno.

DOLCE

Cosa ci potrebbe aspettare da questo gusto se non un aspetto morbido, texture lisce, colori pastello e soft, uno stile delicato e di un’eleganza sobria?

I colori sono il rosa cipria, il rosa chiaro e il crema che e le superfici sono mat, vellutate, polverose.

Uno stile contemporaneo molto amato dai giovani che negli ultimi anni hanno riempito le copertine di flamingo o grafiche rosa, giallo, verdino. Ritroviamo anche la texture delle marmette con quell’aspetto disomogeneo da creazione cosmica quando tutto può ancora succedere. Forse per questo Bernard la definisce una tendenza creativa. Sicuramente una tendenza che porta con sé freschezza.

AMARO

Con l’amaro facciamo un passo nel passato, con uno stile più classico anche se rivisitato che porta per esempio a una nuovelle vague del marmo ripreso in complementi d’arredo e accessori, qui nelle sue tonalità più scure.

Se con il dolce il colore era chiaro e luminoso, con l’amaro entriamo in una foresta in cui si alternano i verdi scuri e i viola melanzana. Colori e forme che riprendono lo stile deco, già da qualche anno ritornato prepotente a bussare alla porta dell’interior.

Pur nella uniformità cromatica apparente, si nota che le superfici sono spesso stampate o comunque riportano nella loro struttura e nella loro grafica un senso di movimento e varietà.

Questo ritorno a un materiale classico come il marmo è stato ripreso da tantissime aziende, sia dell’arredo che del complemento. In alcuni casi il marmo viene usato proprio per costruire questi oggetti, molto più spesso viene invece solo richiamato esteticamente con altri materiali sintetici più leggeri e facili da lavorare come è il caso di Sambonet che proprio quest’anno ha lanciato una nuova linea di alzatine la cui base richiama il marmo, mentre la coppa è un bronzo o oro lucido.

In altri casi è solo la texture marmorizzata ad essere riprodotta con il colore su altri materiali come la ceramica.

ACIDO

Diciamo acido e subito pensiamo al limone. Ed è proprio al giallo e al verde-acido che fa riferimento questa ultima tendenza con proposte fresche e solari con accenni vintage che riprendono gli anni ’50 e ’60. Uno stile casual e festoso che mette allegria.

I materiali qui diventano lisci ma non lucidi, visto che prevalgono gli smalti mat dall’aspetto vagamente ruvido. Sul tavolo compaiono elementi decorativi che richiamano frutta e verdura, vassoi con forme vegetali di grandi dimensioni. Ancora una volta ritroviamo la paglia che però qui è colorata e intrecciata a formare elementi decorativi da muro.

Adesso che hai una panoramica di questi nuovi sapori del ricevere sono curiosa: tu in quale ti riconosci maggiormente? Personalmente sto più sull’acido e sul salato, anche se per l’estate e la casa delle vacanze opterei per lo speziato.

La carrellata di novità non finisce qui: nel prossimo articolo ti mostrerò molto altro per stuzzicare ancora di più la tua voglia di accogliere con stile.

 

 

Le tavole di GaiaDì – la zucca

Le tavole di GaiaDì – la zucca

Una “social dinner” dedicata alla regina dell’autunno

Che cosa sono le social dinner? Si tratta di cene che amo definire esperenziali perchè non si tratta solo di mangiare ma di vivere un’esperienza a tutto tondo, che va dal conoscere nuove persone con cui si divide la tavolata, al gustare buon cibo, imparare qualche cosa su quel cibo, assaggiare nuove ricette preparate da uno chef e servite a una tavola allestita in linea con il tema della serata. Insomma, una serata diversa in cui conta molto l’atmosfera che si riesce a creare grazie al fatto di essere in una casa privata, vissuta e arredata con amore e curata nei dettagli. 

cena delle zucche da GaiaDì

La prima serata stata dedicata alla zucca, prevista in ogni portata. La scelta di avere in cucina uno chef è stata dettata dal desiderio di mantenere alto il livello qualitativo di quello che veniva proposto, aggiungendo anche la nota di creatività (e stile) che un esperto può dare rispetto alla cucina che facciamo tutti i giorni. E’ stata anche dettata dal mio desiderio di potermi dedicare con calma alla parte di allestimento prima e di accoglienza dopo: amo far stare bene le persone e dar loro tutte le mie attenzioni. 

LA TAVOLA

Preparare un allestimento carino a tema zucche è oggi abbastanza semplice, vista la facilità con cui si trovano in commercio tante bellissime zucche ornamentali, da mescolare a piacere per formare dei centro tavola colorati e variegati. La cosa importante è sceglierle di forme e colori diversi per rendere il tutto meno monotono e abbinare anche qualche zucca commestibile di colore arancio acceso per attirare l’occhio e vivacizzare.

naiadi - cena delle zucche - la tavolata

Come basi per il centro tavola ho usato delle sezioni di tronco di diverse altezze e dimensioni così da dare anche movimento senza però invadere troppo la visuale. Sui tronchi ho alternato zucche decorative, piccole composizioni create con i fiori di stagione ancora presenti in giardino come i tagete, mele, melograni in ceramica e alcuni uccellini.

Per rendere più originale e di impatto ho scelto una tovaglia viola, colore a contrasto con l’arancione prevalente dell’allestimento. E come piccolo tocco in più ho ricreato l’effetto dei semi di zucca utilizzando semi veri, essiccati lasciati color verde e altri invece colorati con la tempera arancione e laccati con smalto per le unghie sia per dare loro lucentezza sia per evitare che il colore stingesse sulla tovaglia.

Sul tavolo della sala da pranzo usato per l’aperitivo ho creato un’altra composizione che ricordava anche questa la campagna autunnale con i suoi toni rosso bruciato, giallo e brunito. I rami della betulla disegnavano un delicato reticolo tra cui rimanevano impigliate le zucche di diverse forme e colori, qualche mela rossa, un melograno di cartapesta e alcune foglie secche. A completare il tutto un riccetto dal simpatico muso curioso e due candele negli stessi toni della composizione.

IL MENU

E per finire una carrellata dei piatti che si lasciano mangiare con gli occhi ma ti assicuro erano anche buonissimi.

Perbacco, è già Ferragosto

Perbacco, è già Ferragosto

Da ormai 8 anni, passiamo le nostre vacanze estive nelle Marche alla Tenuta San Marcello, posto magnifico e super rilassante, dove ritroviamo il piacere della vita lenta, della campagna che rigenera e dell’amicizia che fa bene al cuore. A dire il vero non andiamo solo d’estate ma tutte le volte che possiamo perché ci siamo innamorati di quel mare di colline e perché Pascale, Massimo, Sophie e Jordi, proprietari della tenuta, sono diventati la nostra seconda famiglia. Proprio a TSM è nata la mia passione per l’allestimento delle tavole a tema, e Ferragosto dopo Ferragosto ho scoperto quanto mi diverte creare scenografie, trovare soluzioni creative, utilizzare la mia manualità e stupire i commensali con qualche dettaglio inusuale.

Sì perché è proprio il Ferragosto l’occasione in cui io Pascale ci scateniamo per fare della cena ferragostana una festa speciale: ci lavoriamo alacremente nei giorni precedenti coinvolgendo figli e altri ospiti, andiamo in giro per i negozi della zona a cercare accessori, frughiamo in dispensa e nella scatola dei nastri avanzati dal Natale, decoriamo, coloriamo, cogliamo fiori o raccogliamo conchiglie in riva al mare. Proprio al mare è stata dedicata la nostra prima tavola, poi ci sono stati la lavanda, la pace, la campagna e infine quella di quest’anno dedicata al vino.

 

Tenuta San Marcello è infatti un agriturismo con cantina che unisce l’aspetto di accoglienza a quello di produzione a basso impatto ambientale di vino di Lacrima di Morro d’Alba e Verdicchio dei Castelli di Jesi. Vini sempre più apprezzati e conosciuti e che abbiamo voluto celebrare anche perché proprio quest’anno è stato inaugurato un nuovo punto vendita e il Bar di campagna, punto ristoro aperto anche all’esterno oltre che agli ospiti.

PerBacco è già Ferragosto!

Una tavola a tema si tesse a poco a poco come una trama in cui i singoli fili da soli sono belli ma insieme agli altri diventano un motivo con senso compiuto.

E noi abbiamo preso i singoli elementi che compongono il mondo della viticultura e li abbiamo usati sulla nostra scena della festa, facendo esperimenti e trovando soluzioni creative, a basso impatto ambientale e anche a basso costo, il che non guasta.

Come mise en place avevamo deciso di realizzare un tavolo imperiale, una delle situazioni che preferisco perché permette di avere lo spazio per allestire una scenografia di impatto che si sviluppa sia in lunghezza che in altezza creando movimento.

Ecco quindi i singoli elementi che abbiamo usato e come li abbiamo interpretati:

  1. TURACCIOLI e SPAGO

I turaccioli provenienti da bottiglie stappate sono diventati simpatici ferma tovaglioli brandizzati. La parte più complessa è stata forarli con il trapano senza farsi male, ma per fortuna nel team di lavoro c’era Davide, abbastanza esperto e veloce da fornirci la materia prima in un’ora.

Una volta forati abbiamo usato dello spago color corda abbastanza spesso per legare i turaccioli al tovagliolo e come ulteriore tocco cromatico abbiamo aggiunto un nastrino color vinaccia, che richiamava i riccioli delle viti.

2. MOSTO DI LACRIMA

Con gli acini di Lacrima cotti e passati abbiamo ottenuto una bellissima tintura con cui abbiamo colorato i runner da mettere in centro tavola.

3. I MENU

La stessa tintura ci è poi servita per dipingere i menu che avevamo precedentemente stampato e poi personalizzato a uno a uno con disegni di grappoli e spruzzate di colore verde. Ogni menù è diventato così una piccola opera che molti ospiti hanno portato con sé come ricordo della serata.

Usare la tintura di mosto è stato divertente, unico accorgimento, bisogna farla asciugare bene perchè il contenuto zuccherino che si sviluppa in cottura tende ad appiccicare. Così noi abbiamo letteralmente steso al sole i nostri menù.

4. LE CITAZIONI SUL VINO

Con la stessa tecnica delle macchie di colore abbiamo creato i foglietti da appendere ai tralci come se fossero grappoli di saggezza e di ironia: su ogni foglietto una frase diversa sul vino, a volte seria a volte divertente.

La nostra intenzione era che questi foglietti fossero sia un elemento di decoro ma anche un diversivo per gli ospiti tra una portata e l’altra. Possiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto a pieno visto che a metà cena gli ospiti facevano a gara a leggere a voce alta (e commentare) la frase più vicina a loro, creando simpatici momenti di ilarità.

In un negozio specializzato in prodotti per enologia abbiamo trovato i supporti in bambù adatti a dare movimento al tavolo ricoprendoli con tralci e grappoli. Per farli stare in piedi abbiamo usato vasi in coccio riempiti di base da fioristi verde, nascosta da foglie di vite e fico.

5. I TRALCI DI VITE e I GRAPPOLI

Per adornare la tavola non potevamo che ricorrere a lunghi tralci di vite con i loro grappoli che abbiamo fatto correre lungo tutto il tavolo con un movimento sinuoso che alternava alti e bassi. Secondo me è infatti importante non impedire la vista tra i due commensali opposti e lasciare anche il giusto spazio ai cibi e al vino.

6. LA FRUTTA IN TAVOLA

Oltre all’uva abbiamo aggiunto anche qualche fico maturo che si sposava benissimo sia con il nostro allestimento che con il menù…. a fine serata non ne era rimasto neanche uno! Poter piluzzicare acini d’uva e fichi tra una portata e l’altra è stata molto piacevole.

7. LE CANDELE

Potevano mancare le candele per dare atmosfera?

9. IL TEAM

Nelle foto hai visto tante mani diverse, perché quest’anno abbiamo creato un vero team che per un paio di giorni ha creato insieme a noi e la cosa più bella è proprio l’atmosfera di laboriosità e serenità che unisce amici e parenti, adulti e adolescenti.

creatività in modalità ON

10. IL RISULTATO FINALE

La serata è stata molto divertente e ben riuscita, complice il tramonto, l’atmosfera che si crea sempre intorno al tavolo, gli ottimi cibi marchigiani.