I piatti bianchi: cornici preziose per le preparazioni degli chef

I piatti bianchi: cornici preziose per le preparazioni degli chef

I piatti bianchi rimangono un must nella ristorazione anche se negli ultimi anni si sono fatti avanti anche altri colori e fantasie. La neutralità del bianco consente infatti di non interferire con il colore dei cibi che vengono serviti. Per questo rimangono una parte importante nella proposta delle aziende del settore tableware e a HOST 2021 ne ho trovati di meravigliosi.

PIATTI COME CORNICI DI OPERE CULINARIE

I piatti bianchi sono per gli chef come tele su cui disporre la propria opera gastronomica. O meglio, come cornici che impreziosiscono e danno risalto al cibo, creano un contesto ed esaltano la creatività e la tecnica. 

Dire bianco però non vuol dire dire banale, anzi. I piatti bianchi nel tempo si sono via via trasformati fino a diventare loro stessi delle opere d’arte da ammirare per la lavorazione e il design. Sempre più grandi e dalle forme più svariate, sono impreziositi con le decorazioni a sbalzo o a incisione o con finiture che catturano lo sguardo e invitano al tatto. Tante le varianti per le tavole più classiche a quelle più moderne o minimal, uniti da un unico intento: dare personalità alla tavola. Piatti che accolgono impiattamenti pensati per stupire e rendere l’esperienza culinaria ancora più emozionante.

Sempre maggiore è la ricerca in tal senso delle aziende del tableware in tema di materiali, finiture e decorazioni.

Sotto trovi una ricca gallery delle proposte più interessanti viste all’edizione di ottobre 2021 di HOST, la principale fiera internazionale dedicata al settore della ristorazione e dell’accoglienza che dopo il fermo dovuto alla pandemia ha raccolto migliaia di visitatori ed espositori provenienti da tutto il mondo a dimostrazione della vitalità ed interesse di questo settore.

PIATTI PER LA RISTORAZIONE: BIG IS BETTER

Ormai da tempo ci siamo abituati a vedere nei ristoranti piatti di dimensioni extra-large, non tanto per accogliere maggiori quantità di cibo, anzi al contrario le porzioni nella ristorazione gourmet sono sempre più ridotte ma con un’estetica sempre più curata. Maggiore è la cura nell’estetica dell’impiattamento e più alto è il livello del ristorante maggiori diventano anche le dimensioni dei piatti utilizzati. La dimensione e la forma del piatto rende infatti ancora più teatrale la proposta.

L’effetto wow è esaltato dai gesti del cameriere nel disporre il piatto sul tavolo e la sensazione che si vuole ricreare è quella di essere di fronte a uno spettacolo straordinario.

IL PIATTO BIANCO SI FA PREZIOSO

La porcellana si apre alla creatività e se le aziende storiche ricorrono a decorazioni complesse che rendono il piatto una vera e propria opera d’arte, molte altre proposte sono nell’ottica dei grafismi interpretati con righe geometriche, sovrapposizioni o cerchi concentrici.

Interessanti le proposte che ricreano con la ceramica sensazioni che rimandano ad altri materiali come la carta stropicciata, la pietra ruvida o invece quella porosa. Solchi, puntinature e piccoli crateri evocano mondi naturali.

Tutte lavorazioni che creano sul piatto giochi di luci ed ombre che li rendono più interessanti.

Non mancano proposte che fanno del minimalismo la cifra stilistica in cui è la forma più che la lavorazione a impreziosire il piatto.

piatti per la ristorazione firmati Bernardeau

La Maison Bernardeau, storica azienda francese si contraddistingue per una proposta di porcellane di alta gamma. Nella foto piatti per la ristorazione della linea Ecume con un intaglio con tanti piccoli crateri che dà matericità e al contempo modernità al piatto. 

piatti per la ristorazione di Degrenne

In casa Degrenne il piatto diventa anche sotto piatto con l’aggiunta di un secondo accessorio. Anche in questo caso si punta su un effetto materico con picchiettature irregolari. 

piatti per la ristorazione di Le Coq

Collezione Hesperis (rotondo) ed Ellenika (quadrato) di Le Coq Porcelain, azienda italiana specializzata nella ristorazione.

piatti per la ristorazione firmati Vista Alegre

Vista Alegre, dal 1824 produttrice di porcellane e cristalleria per la tavola e la ristorazione, offre una gamma ampia di porcellane bianche con decorazioni molte delicate per una tavola raffinata e poetica.

piatti dell'azienda francese Montgolfier

Di gusto più grafico la proposta di Montgolfier. 

piatti per la ristorazione firmati Villeroy & Boch

Due proposte dal carattere diverso di Villeroy & Boch: la prima che punta sulla matericità di una porcellana che richiama la pietra tanto da scegliere una finitura opaca molto suggestica. La purezza delle forme e lo studio di elementi iconici caratterizzano invece la seconda.

la proposta di Cook Play

Fondata da un gruppo di giovani designer spagnoli, Cook Play propone elementi sempre e solo bianchi che si distinguono per una finitura opaca ma velluta al tatto, spessori sottili e sopratutto forme ergonomiche studiate per un tipo di cucina fusion e moderna fatta di assaggi e porzioni che richiamano le tapas spagnole.

piatti per la ristorazione firmati Studio Raw

I piatti per la ristorazione personalizzabili firmati da Studio Raw.

piatti per la ristorazione di Costa Boda

Costa Nova, azienda portoghese, già da tempo sta puntando su linee tableware realizzate con materiali riciclato per essere sempre più sostenibili.

la proposta di Meissen

Chiudiamo questa carrellata con due esempi della produzione Meissen, la più antica fabbrica di porcellane europee che da secoli fa dei piatti delle piccole opere d’arte. 

NB: Tutte le foto di questo articolo sono state scattate da me. Nella foto di apertura una delle tante proposte di Vista Alegre.

Un settembre che riparte bene con le fiere: HOMI e SuperSalone 2021

Un settembre che riparte bene con le fiere: HOMI e SuperSalone 2021

Quest’anno settembre è iniziato con il botto, con due fiere di settore per me sempre molto interessanti: HOMI-il salone degli stili di vita e il Salone del Mobile, collocato eccezionalmente in questo periodo perchè slittato a causa della pandemia e per questo definito SuperSalone, con una nuova formula espositiva e un concept completamente rinnovato.

Tornare in fiera

Dopo tanti mesi in cui sono stati sospesi tutti gli eventi dal vivo, è stato bello ritrovarsi di persona, vedere Milano più vivace e popolata e soprattutto sentire l’energia scorrere insieme alla voglia di fare, di ripartire e di guardare al futuro con positività.

Certo per HOMI, ma anche per il Salone, si è trattato di un’edizione diversa da tutte le altre che l’anno preceduta, meno affollata, meno piena di eventi, meno rumorosa e concitata. I padiglioni erano in parte vuoti ed erano meno numerosi del passato, segno che non tutte le aziende se la sentono ancora di rischiare. Però se pensiamo cosa è successo negli ultimi due anni posso solo lodare quelle che hanno deciso di esserci e a maggior ragione mi viene voglia di parlare di loro.

Personalmente ho apprezzato molto la possibilità di avere più tempo per parlare con le persone, tutte molto disponibili e desiderose di confrontarsi, di vedere le cose con calma, di non essere ingolfata di stimoli che a un certo punto ti saturano e il cervello non registra più nulla.

In generale fiere più a misura d’uomo e più “gentili” con le persone e anche con l’ambiente. Ti sembra poco? A me no.

Chi c’era comunque mi ha confermato un’informazione che avevo già raccolto da altre analisi fatte per una pubblicazione che uscirà l’anno prossimo: il lockdown ha fatto tornare la casa, e anche la tavola, al centro dei nostri interessi e questo mi fa solo un gran piacere, visto l’amore che da sempre nutro per tutto quello che la riguarda.

Difficile trasmettere in un solo post tutte le impressioni, i trend e le novità che ho visto nelle giornate di fiera, per cui ti lascio solo con alcuni flash.

HOMI: sostenibilità e artigianato

Cosa hanno fatto le aziende del settore dell’home e table decor in questo periodo di apparente fermo? Non si sono fermate affatto e sono arrivate in fiera con nuove proposte, con una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità e la voglia di rispondere ai cambiamenti del mercato. Prima di parlarvi di colori e tendenze, cosa che farò in un articolo dedicato, voglio accennarvi a un aspetto che mi ha colpito e fatto molto piacere. Il ritorno alla produzione artigianale e locale anche da parte di aziende che da anni avevano spostato all’estero la loro produzione per i noti problemi di costi. Un saper fare artigiano che anche i compratori stranieri vengono a cercare e ci riconoscono e che secondo i dati di alcune ricerche anche noi come consumatori apprezziamo sempre di più, come sinonimo di qualità.

Un’artigianalità che spesso fa il paio con ritorno di forme e produzioni della nostra ricca tradizione e trasportano nelle nostre case i decori e i colori di regioni come la Puglia o la Sicilia seguendo una tendenza massimalista che vede le nostre tavole e le nostre case sempre più ricche e colorate.

Super Salone

In altri casi invece gli oggetti della tradizione trovano nuova vita nella rivisitazione nel segno di un’estetica moderna ed essenziale, come il fiasco di vino proposto disegnato da Alessandra Baldareschi per Ichendorf, i piatti dalla grafica giovane e accattivante di EasyLife, il contenitore per la cottura tradizionale al fiasco in vetro borosilicato di Blueside o le lampade da tavolo ricaricabili con paralume in vetro soffiato dai maestri muranesi di Zafferano, per citarne alcuni.

Super Salone

SuperSalone: una svolta democratica per il design

Del SuperSalone vorrei solo spendere qualche parola di apprezzamento per il concept, completamente diverso dal passato, perché non c’erano gli stand ma larghi corridoi in cui le singole aziende avevano spazi tutti uguali, completamente aperti e visibili in un continuum di proposte che hanno rimesso i prodotti al centro, con meno fronzoli e più ordine. Un concept molto democratico (wow!) che vedeva mescolate aziende piccole e grandi. Meno muscoli e più contenuto. Meno stand rutilanti pieni zeppi di prodotti e più creatività, perché quando hai poco spazio devi selezionare e capire quale messaggio vuoi dare e come vuoi darlo in modo tale da lasciare il segno. Un evento aperto anche al pubblico a un prezzo calmierato (finalmente!). Tutto il concept espositivo è stato pensato per avere anche meno sprechi una volta finita la fiera: perché non ci si pensa, ma tutto il legno e il materiale che viene usato raramente viene poi recuperato e riutilizzato. Insomma un bel messaggio di cambiamento che speriamo perduri anche per la prossima edizione del Salone vero e proprio che si sta già preparando per aprile 2022.

Super Salone

The lost graduation show

Tra le cose che ho maggiormente apprezzato del SuperSalone inserisco la sezione dedicati ai lavori dei ragazzi che si sono laureati in design nel 2020-21, in piena pandemia e quindi solo online. Il Salone ha voluto mettere sotto i riflettori le loro ricerche raccogliendo i lavori di 170 laureati delle principali scuole di design internazionali. E’ stato bellissimo scoprire con quante idee, quanta ricerca sui materiali, quanta voglia di trovare soluzioni attente al pianeta e al benessere dell’uomo. Un design che torna alle origini e unisce estetica e funzionalità, usabilità e innovazione, quella vera, quella fatta di voli della mente che riescono a immaginare un futuro migliore. Tra i tanti bei progetti voglio mostrarti questo servizio da tè impilabile e trasformabile, perché i tappi possono essere anche piattini e permettono alle tazze di essere anche contenitori. E’ fatto di un materiale nuovo, ottenuto da gusci di uova e di noci: non è straordinario?

The lost graduation show durante il Super Salone

Sono tazza di te

Chi mi segue sa quale passione io abbia per le tazze di qualsiasi genere e stile, tanto che a loro ho dedicato un corso per imparare a trasformarle in piccoli centrotavola gioiello che valorizzano l’oggetto e i fiori che vi sono contenuti.

Potevo quindi mancare all’evento “Sono tazza di te” al Fuori Salone 2021? L’associazione Dcome Design, sotto la direzione artistica di Anty Pansera e Patrizia Sacchi, ha organizzato una mostra dedicata a tazze speciali, create da 80 donne progettiste, designer, artigiane, artiste e architette. Maestre nell’uso dei materiali più diversi si sono cimentate nel reinterpretare questo oggetto di uso comune, creando piccole opere d’arte poetiche nelle forme e ironiche nei concetti che hanno scelto di rappresentare.

evento Sono Tazza di Te

La casa fluida vista da Elle Decor

Con poco tempo a disposizione quest’anno ho selezionato molto gli eventi Fuori Salone da visitare e sono molto contenta di aver deciso di vedere l’installazione pensata da Elle Decor Italia per mettere in scena la casa che sta cambiando e sta diventando sempre più luogo fluido.

Progettata da Elisa Ossino Studio in collaborazione con il landscape designer Marco Bay ha dato corpo, materia, forme e colori ai tanti cambiamenti che sta vivendo il nostro luogo del cuore e dei sogni: la casa. Una casa in continua trasformazione durante i mesi ma anche durante la stessa giornata. Le forme diventano arrotondate, i colori accoglienti, i materiali sostenibili e facilmente pulibili e igienizzabili. Le pareti diventano mobili per permetterci di cambiare funzione ai locali durante il giorno, il verde diventa parte integrante di ogni stanza e l’orto dal balcone si trasferisce al centro della cucina e accoglie anche fiori comuni. La tavola ritorna ad essere circolare ed inclusiva per accogliere in modo democratico tutti. Una rappresentazione molto affascinante che vede incrociarsi i temi del benessere abitativo, della sostenibilità, dei cambiamenti sociali e della biofilia. 

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La tavola di Natale – nuove tendenze e tradizioni evergreen

La tavola di Natale – nuove tendenze e tradizioni evergreen

A Natale c’è chi preferisce rimanere nel solco della tradizione sia come menu che come mise en place e chi invece ogni anno ama stupire gli ospiti con qualche cosa di nuovo. Entrambe le scelte hanno il loro valore e il loro perché.

La prima ci permette di usare quei servizi preziosi che riserviamo alle occasioni speciali e di valorizzare così la bellezza degli oggetti di una volta: la tovaglia ricamata della nonna, il servizio di porcellana fine, i bicchieri di cristallo intagliato e i sottopiatti d’argento. La tradizione ci dà sicurezza, è come una coperta calda intessuta di ricordi.

Certo le tavole della tradizione portano con sé un po’ di formalismo e il bon ton ringrazia.

Sulla scia di questa scelta c’è quella di optare per i colori tradizionali ma con materiali e accessori più attuali da mixare ad alcuni elementi del servizio buono, come potrebbero essere le posate d’argento o i bicchieri più leggeri. Quali siano i colori della tradizione è facile dirlo: primo fra tutti il rosso, abbinato al bianco e al verde. Ma anche l’oro e l’argento sono considerati tradizionali, anche se in questo caso dipende molto da come vengono usati e abbinati. Qui sotto alcuni esempi di tavole che pur essendo tradizionali nei colori, hanno uno stile moderno.

Della scuola opposta chi cerca invece di mettere in tavola nuove tendenze e di realizzare mise en place più moderne, easy e giovani.

Ecco allora che le tavole diventano più semplici, le linee più essenziali e gli accostamenti cromatici più originali.

Sulla tavola arrivano anche colori nuovi come il rosa e l’albicocca, il bordeaux, il verde pisello, il rame e l’azzurro in varie sfumature. L’oro rimane ad illuminare con qualche tocco o diventando materiale cangiante in bicchieri moderni anche nelle forme.

Insomma anche sulla tavola di Natale sembra essere approdato lo spirito del “liberi tutti” che ormai ha conquistato l’arte della tavola negli ultimi tempi.

La tovaglia bianca viene sostituita da quella grigia o corda, i runner servono a sottolineare il centro tavola e a dare uno stacco cromatico forte, quanto addirittura sostituiscono in toto la tovaglia, ormai desueta anche nelle apparecchiature di molti locali.

Quelle sotto sono le tavola che ho preparato in uno dei miei corsi da KitchenMilano: i bellissimi oggetti di stile industrial e nordico di KNindustrie presenti in negozio, mescolati ad accessori di artigianato mi hanno permesso di comporre tavole per le feste contemporanee in cui ogni piccolo dettaglio parla di nuove tendenze e di design.

Per ogni tavola ho creato una composizione diversa che richiamasse i colori principali della tavola e lo stile della stessa.

Il festone di edera per la prima, pensato per un tavolo rettangolare. La tradizionale ghirlanda rivisitata con colori più attuali e fiori secchi per la seconda. Un centrotavola rotondo più importante che vede comparire un fiore insolito per il Natale, l’ortensia che proprio perchè insolito regala unicità, sottolineata anche dai colori particolari scelti per la tavola e richiamati dalla composizione. Infine alberelli stilizzati color rame e oro in cui ancora una volta compare l’ortensia per la tavola più moderna delle quattro, asimmetrica e di design, con i colori della terra che si mescolano a quelli glamour e cangianti.

Concludendo. Ognuna delle tavole che ti presentato ha il suo fascino e soprattutto il suo stile.

A te scegliere quale ti rappresenta di più. Con un consiglio finale: aggiungi sempre sulla tua tavola delle feste qualche pezzo unico. Se sulla tavola della tradizione ciò che può fare la differenza sono i pezzi d’antiquariato ereditati o trovati in qualche mercatino specializzato, sulle tavole moderne puoi invece optare per gli oggetti di artigianato.

E se non sai cosa scegliere o hai paura di richiare l’effetto “paciugo”, contattami: insieme troveremo il modo di valorizzare la tua tavola. Posso venire a casa tua o possiamo confrontarci usando le moderne tecnologie: qui trovi qualche dettaglio in più su come posso aiutarti.

Nel frattempo ti auguro buona creatività natalizia !

 

PS: le foto all’inizio dell’articolo sono state scattate in un appartamento esclusivo che puoi richiedermi anche tu per le tue cene private.

Maison&Objet – le nuove tendenze della tavola e del ricevere

Maison&Objet – le nuove tendenze della tavola e del ricevere

Quali saranno le tendenze tavola di quest’anno? Per scoprirlo sono andata fino a Parigi. Per la prima volta sono stata alla fiera Maison&Objet: ragazzi quanta bellezza!

Un sogno coronato dopo tanti anni. Ogni edizione mi ripromettevo di valicare le Alpi, ma per quanto fosse forte il desiderio, ogni volta rimandavo: un investimento di tempo e soldi che non mi sembrava mai il momento di fare.

Questa nuova attività, che mi fa finalmente sentire nell’abito giusto, mi ha autorizzata a prendere l’aereo, superare qualche timore e immergermi in quella che è stata un’esperienza veramente entusiasmante.

Per due giorni ho guardato tutto quello che i miei occhi potevano vedere, registrato sensazioni, acchiappato ispirazioni, parlato con artigiani e produttori di tanti paesi diversi. Mi sono portata a casa molti contatti, oltre 500 fotografie ma soprattutto tanta tanta energia.

Quindi, da dove posso cominciare a raccontarti qualche cosa del meraviglioso mondo della Casa e degli Oggetti?

Che ne dici se parto proprio dalle tendenze 2019?

Per parlartene prendo spunto dalla selezione curata da François Bernard, direttore artistico di famosi marchi e trend specialist, che ha usato una chiave di lettura molto interessante, i sapori.

Un’esposizione nell’esposizione, pensata per evocare, lasciar immaginare e riunire i prodotti più rappresentativi dell’attuale produzione di settore.

FLAVOURS: i sapori del ricevere e del cucinare

Incaricato dalla fiera di sondare le tendenze nel mondo della cucina e del ricevere, Francois Bernard ha creato 5 allestimenti diversi, corrispondenti ai 5 sapori: salato, amaro, dolce, acido e speziato.

Ad ogni sapore ha abbinato una palette di colori, uno stile, i materiali e ovviamente gli oggetti selezionati tra le proposte delle aziende presenti in fiera. Cinque ambienti in cui immergersi e in cui ogni dettaglio ci racconta qualche cosa.

Mai come in questo caso è azzeccata l’espressione “Ce n’è per tutti i gusti”.

SPEZIATO

Partiamo dal sapore speziato e dai suoi colori caldi ed energetici, come lo sono la terra, il fuoco e i sapori di tutte le cucine del mondo che si mescolano. Un’ampia gamma di rossi che virano al marrone passando per la terracotta e l’argilla o si fanno più chiari con dei corallo per completarsi con gli ocra e gli zafferano.

E’ un gusto che invita all’informalità di una cena tra amici, riuniti intorno a un tavolo rotondo.

In modo coerente le texture sono argillose, grumose, rustiche, martellate e anche rugginose comunque sempre un pò accidentate. Perché l’aspetto che si vuole dare a questi oggetti è quello del fatto a mano, del pezzo unico di produzione artigianale.

E’ il ritorno della paglia, del rattan spesso lavorati a trame larghe a ricordare le capanne sulla spiaggia. Ampio inoltre il ricorso al bamboo, usato sia al naturale per produrre arredi e complementi dagli echi etnici, sia trasformato e stampato per linee di piatti e vasellame leggere, ecologiche e moderne.

Tavoli e oggetti d’arredamento hanno l’aspetto super natural del legno recuperato sulle spiagge o nelle foreste.

Sulla tavola troviamo tovagliette dall’aria rustica, in paglia intrecciata, o lavorata a raggera. O materiali ruvidi tessuti come se fossero lavorati a maglia o all’uncinetto, con i punti ben in vista.

SALATO

Dal colore e dall’energia dello speziato passiamo a un gusto di segno apparentemente opposto. Cromaticamente i colori si spengono dei due non colori per eccellenza, il bianco e nero, con accenni di grigio che introducono al blu cobalto del sale vulcanico.

Lo stile si fa contemporaneo con una rivisitazione e modernizzazione delle forme classiche. Anche qui, pur in modo diverso, ritroviamo superfici porose, picchiettate che invece di ricordare la terra, ricordano la cristallizzazione del sale. E’ uno stile caloroso e moderno.

DOLCE

Cosa ci potrebbe aspettare da questo gusto se non un aspetto morbido, texture lisce, colori pastello e soft, uno stile delicato e di un’eleganza sobria?

I colori sono il rosa cipria, il rosa chiaro e il crema che e le superfici sono mat, vellutate, polverose.

Uno stile contemporaneo molto amato dai giovani che negli ultimi anni hanno riempito le copertine di flamingo o grafiche rosa, giallo, verdino. Ritroviamo anche la texture delle marmette con quell’aspetto disomogeneo da creazione cosmica quando tutto può ancora succedere. Forse per questo Bernard la definisce una tendenza creativa. Sicuramente una tendenza che porta con sé freschezza.

AMARO

Con l’amaro facciamo un passo nel passato, con uno stile più classico anche se rivisitato che porta per esempio a una nuovelle vague del marmo ripreso in complementi d’arredo e accessori, qui nelle sue tonalità più scure.

Se con il dolce il colore era chiaro e luminoso, con l’amaro entriamo in una foresta in cui si alternano i verdi scuri e i viola melanzana. Colori e forme che riprendono lo stile deco, già da qualche anno ritornato prepotente a bussare alla porta dell’interior.

Pur nella uniformità cromatica apparente, si nota che le superfici sono spesso stampate o comunque riportano nella loro struttura e nella loro grafica un senso di movimento e varietà.

Questo ritorno a un materiale classico come il marmo è stato ripreso da tantissime aziende, sia dell’arredo che del complemento. In alcuni casi il marmo viene usato proprio per costruire questi oggetti, molto più spesso viene invece solo richiamato esteticamente con altri materiali sintetici più leggeri e facili da lavorare come è il caso di Sambonet che proprio quest’anno ha lanciato una nuova linea di alzatine la cui base richiama il marmo, mentre la coppa è un bronzo o oro lucido.

In altri casi è solo la texture marmorizzata ad essere riprodotta con il colore su altri materiali come la ceramica.

ACIDO

Diciamo acido e subito pensiamo al limone. Ed è proprio al giallo e al verde-acido che fa riferimento questa ultima tendenza con proposte fresche e solari con accenni vintage che riprendono gli anni ’50 e ’60. Uno stile casual e festoso che mette allegria.

I materiali qui diventano lisci ma non lucidi, visto che prevalgono gli smalti mat dall’aspetto vagamente ruvido. Sul tavolo compaiono elementi decorativi che richiamano frutta e verdura, vassoi con forme vegetali di grandi dimensioni. Ancora una volta ritroviamo la paglia che però qui è colorata e intrecciata a formare elementi decorativi da muro.

Adesso che hai una panoramica di questi nuovi sapori del ricevere sono curiosa: tu in quale ti riconosci maggiormente? Personalmente sto più sull’acido e sul salato, anche se per l’estate e la casa delle vacanze opterei per lo speziato.

La carrellata di novità non finisce qui: nel prossimo articolo ti mostrerò molto altro per stuzzicare ancora di più la tua voglia di accogliere con stile.