I piatti bianchi: cornici preziose per le preparazioni degli chef

I piatti bianchi: cornici preziose per le preparazioni degli chef

I piatti bianchi rimangono un must nella ristorazione anche se negli ultimi anni si sono fatti avanti anche altri colori e fantasie. La neutralità del bianco consente infatti di non interferire con il colore dei cibi che vengono serviti. Per questo rimangono una parte importante nella proposta delle aziende del settore tableware e a HOST 2021 ne ho trovati di meravigliosi.

PIATTI COME CORNICI DI OPERE CULINARIE

I piatti bianchi sono per gli chef come tele su cui disporre la propria opera gastronomica. O meglio, come cornici che impreziosiscono e danno risalto al cibo, creano un contesto ed esaltano la creatività e la tecnica. 

Dire bianco però non vuol dire dire banale, anzi. I piatti bianchi nel tempo si sono via via trasformati fino a diventare loro stessi delle opere d’arte da ammirare per la lavorazione e il design. Sempre più grandi e dalle forme più svariate, sono impreziositi con le decorazioni a sbalzo o a incisione o con finiture che catturano lo sguardo e invitano al tatto. Tante le varianti per le tavole più classiche a quelle più moderne o minimal, uniti da un unico intento: dare personalità alla tavola. Piatti che accolgono impiattamenti pensati per stupire e rendere l’esperienza culinaria ancora più emozionante.

Sempre maggiore è la ricerca in tal senso delle aziende del tableware in tema di materiali, finiture e decorazioni.

Sotto trovi una ricca gallery delle proposte più interessanti viste all’edizione di ottobre 2021 di HOST, la principale fiera internazionale dedicata al settore della ristorazione e dell’accoglienza che dopo il fermo dovuto alla pandemia ha raccolto migliaia di visitatori ed espositori provenienti da tutto il mondo a dimostrazione della vitalità ed interesse di questo settore.

PIATTI PER LA RISTORAZIONE: BIG IS BETTER

Ormai da tempo ci siamo abituati a vedere nei ristoranti piatti di dimensioni extra-large, non tanto per accogliere maggiori quantità di cibo, anzi al contrario le porzioni nella ristorazione gourmet sono sempre più ridotte ma con un’estetica sempre più curata. Maggiore è la cura nell’estetica dell’impiattamento e più alto è il livello del ristorante maggiori diventano anche le dimensioni dei piatti utilizzati. La dimensione e la forma del piatto rende infatti ancora più teatrale la proposta.

L’effetto wow è esaltato dai gesti del cameriere nel disporre il piatto sul tavolo e la sensazione che si vuole ricreare è quella di essere di fronte a uno spettacolo straordinario.

IL PIATTO BIANCO SI FA PREZIOSO

La porcellana si apre alla creatività e se le aziende storiche ricorrono a decorazioni complesse che rendono il piatto una vera e propria opera d’arte, molte altre proposte sono nell’ottica dei grafismi interpretati con righe geometriche, sovrapposizioni o cerchi concentrici.

Interessanti le proposte che ricreano con la ceramica sensazioni che rimandano ad altri materiali come la carta stropicciata, la pietra ruvida o invece quella porosa. Solchi, puntinature e piccoli crateri evocano mondi naturali.

Tutte lavorazioni che creano sul piatto giochi di luci ed ombre che li rendono più interessanti.

Non mancano proposte che fanno del minimalismo la cifra stilistica in cui è la forma più che la lavorazione a impreziosire il piatto.

piatti per la ristorazione firmati Bernardeau

La Maison Bernardeau, storica azienda francese si contraddistingue per una proposta di porcellane di alta gamma. Nella foto piatti per la ristorazione della linea Ecume con un intaglio con tanti piccoli crateri che dà matericità e al contempo modernità al piatto. 

piatti per la ristorazione di Degrenne

In casa Degrenne il piatto diventa anche sotto piatto con l’aggiunta di un secondo accessorio. Anche in questo caso si punta su un effetto materico con picchiettature irregolari. 

piatti per la ristorazione di Le Coq

Collezione Hesperis (rotondo) ed Ellenika (quadrato) di Le Coq Porcelain, azienda italiana specializzata nella ristorazione.

piatti per la ristorazione firmati Vista Alegre

Vista Alegre, dal 1824 produttrice di porcellane e cristalleria per la tavola e la ristorazione, offre una gamma ampia di porcellane bianche con decorazioni molte delicate per una tavola raffinata e poetica.

piatti dell'azienda francese Montgolfier

Di gusto più grafico la proposta di Montgolfier. 

piatti per la ristorazione firmati Villeroy & Boch

Due proposte dal carattere diverso di Villeroy & Boch: la prima che punta sulla matericità di una porcellana che richiama la pietra tanto da scegliere una finitura opaca molto suggestica. La purezza delle forme e lo studio di elementi iconici caratterizzano invece la seconda.

la proposta di Cook Play

Fondata da un gruppo di giovani designer spagnoli, Cook Play propone elementi sempre e solo bianchi che si distinguono per una finitura opaca ma velluta al tatto, spessori sottili e sopratutto forme ergonomiche studiate per un tipo di cucina fusion e moderna fatta di assaggi e porzioni che richiamano le tapas spagnole.

piatti per la ristorazione firmati Studio Raw

I piatti per la ristorazione personalizzabili firmati da Studio Raw.

piatti per la ristorazione di Costa Boda

Costa Nova, azienda portoghese, già da tempo sta puntando su linee tableware realizzate con materiali riciclato per essere sempre più sostenibili.

la proposta di Meissen

Chiudiamo questa carrellata con due esempi della produzione Meissen, la più antica fabbrica di porcellane europee che da secoli fa dei piatti delle piccole opere d’arte. 

NB: Tutte le foto di questo articolo sono state scattate da me. Nella foto di apertura una delle tante proposte di Vista Alegre.

Lampade ricaricabili: la luce accende la tavola di emozioni

Lampade ricaricabili: la luce accende la tavola di emozioni

Negli ultimi anni le lampade senza fili ricaricabili sono entrate nel nostro quotidiano: le abbiamo in casa negli angoli relax, le teniamo di scorta per occasioni speciali, le usiamo per le cene in giardino e ma sopratutto le ritroviamo ormai in tutti i ristoranti. L’avvento dei  molti LED ha permesso di sviluppare queste soluzioni che uniscono praticità, estetica ed emozionalità.

Vediamo nel dettaglio i loro vantaggi, il loro utilizzo e una carrellata delle migliori proposte della aziende italiane del lighting.

noI VANTAGGI DELLE LAMPADE RICARICABILI

Molti i vantaggi di questo tipo di lampada, primo fra tutti il fatto di non avere fili, di essere leggera e maneggevole per cui può essere facilmente spostata nei diversi ambienti sia all’interno che all’esterno.

Le loro forme aggraziate e le dimensioni ridotte si adattano ai diversi stili e sono studiate per non invadere lo spazio del tavolo e la vista tra i commensali.

Particolarmente apprezzate per le cene all’aperto dove è più difficile avere un’illuminazione adeguata, possono essere quel punto luce in più sotto al portico o a bordo piscina, ma anche in casa possono portare luce su un tavolino a servire o essere usare come luce da lettura di fianco a una poltrona. 

Si tratta di luci che non hanno un’intensità molto forte, studiate per creare un’atmosfera intima e avvolgente.

Molti modelli riprendono le linee dei tradizionali abat-jour ma il mercato oggi offre tante varianti diverse per andare incontro agli stili di arredo più diversi.

Utilizzando i LED, consumano poco e la loro carica dura diverse ore, così da permettere tranquillamente di illuminare un’intera serata. La luce può essere regolata in intensità e spesso anche in colorazione più o meno fredda, lasciandoci liberi di scegliere che tipo di atmosfera creare.

Le dimensioni e il peso ridotti consentono anche di portarle con sé in vacanza (se ci si sposta in macchina, ovviamente). Una volta noi portavamo la radio, oggi basta il cellulare, mentre invece una luce in più fa sempre comodo, soprattutto negli appartamenti in affitto.

Possono anche essere usate per postazioni di lavoro improvvisate, anche se non possono sostituire una luce più potente e adeguata al tipo di attività da svolgere.

LA SOLUZIONE PERFETTA PER LA RISTORAZIONE

Il successo più grande di questa tipologia di lampade è arrivato però dal settore ristorativo e dell’accoglienza. Queste piccole luci portatili integrano infatti molto bene l’illuminazione generale a cui è demandato il compito di illuminare l’ambiente, ma che non riesce, tranne in rari casi, ad arrivare in modo puntuale sui tavoli e a scaldare l’atmosfera, soprattutto se si tratta di ristoranti in cui l’assetto della sala cambia tutte le sere in base alle prenotazioni.

Un successo che è ulteriormente cresciuto dopo la pandemia, quando molti ristoranti si sono dovuti organizzare velocemente per attrezzare i dehor e non sempre hanno avuto il tempo per intervenire con un nuovo impianto.

Sicuramente bisogna tenere in considerazione che le luci ricaricabili possono essere un’aggiunta e non una sostituzione dell’illuminazione generale e che le due devono essere studiate per integrarsi in modo armonioso. Per questo è consigliabile prevedere un impianto generale dimmerabile (ossia regolabile) e differenziato in base alle zone del ristorante e demandare alle luci da tavolo il compito di creare quell’atmosfera intima che rende più gradevole la cena senza però lasciare i commensali al buio.

Se vogliamo trovare un piccolo neo a questo tipo di soluzione è il fatto che le lampade ricaricabili hanno in molti casi sostituito del tutto la decorazione floreale che portava un po’ di natura sulla tavola, insieme a po’ di colore, vitalità e stagionalità. Certo spesso gli spazi sul tavolo sono ridotti e quindi inevitabilmente è necessario operare una scelta. Però, se non si riesce a prevedere tavoli adeguatamente grandi, il mio suggerimento è quello di trovare altri angoli e piani della sala dove integrare l’elemento verde, che aumenta la vivibilità e il benessere, e oggi è più che mai è apprezzato.

LE RICARICABILI PIU’ ADATTE PER LA TAVOLA

Oggi le proposte disponibili sul mercato sono veramente tante e possono accontentare tutti i gusti, per colori, forme e materiali ma anche per potenza. Qui di seguito ne ho fatto una selezione pensando al loro utilizzo specifico sulla tavola. Non tutte le ricaricabili infatti si adattano a questo uso: ci sono modelli più grandi che sono pensati per angoli relax, per illuminare camminamenti, giardini o per creare effetti luminosi scenografici.

Poldina, Zafferano

Parto dalla lampada senza fili ormai diventata un’icona di questo genere: Poldina di Zafferano Lampes à porter, azienda che fin dall’inizio ha intuito le potenzialità di questo tipo di apparecchi e oggi propone una gamma completa di lampade con forme e funzionalità diverse, tutte ricaricabili a LED, con grado di protezione IP54/65 quindi utilizzabili anche all’esterno.

La stessa Poldina negli anni è stata proposta in tante varianti di colori (13 di cui 3 mettallizzate), si è ridotta nella versione Mini, allungata in quella da terra, si è sospesa ed è andata anche a parete, oltre a farsi bella con decori e disegni. Le sue più recenti evoluzioni l’hanno vista arricchirsi di paralumi in vetro soffiato o in porcellana hand made.

Versioni che saranno sul mercato nel 2022 e sono sicura che avranno successo perché sono molto affascinanti e consentono di aggiungere un tocco elegantemente decorativo alla tavola.

lampada Poldina di Zafferano

Ognidove, Cini&Nils

Il mio primo incontro con Ognidove di Cini&Nils è avvenuto al SuperSalone a settembre 2021 e tra di noi è scattata subito la scintilla. Attratta dai fiori di campo e dalle spighe che la adornavano mi sono avvicinata incuriosita e mi sono fermata a parlare con Luta Bettonica designer insieme a Giancarlo Leone, che mi ha raccontato come quei fiori li avesse raccolti lei stessa in campagna perché, come me, gira sempre con un forbice per approfittare dell’infinita bellezza dei fiori semplici dei campi.

“Abbiamo pensato di profumare la luce. Ogni lampada non è uguale all’altra. Per il colore del fiore, per il profumo della stagione.” Luta Bettonica, Giancarlo Leone

Un concept, quello di Ognidove, che mette insieme la luce e la natura e questo la rende, a mio parare, unica. Il suo corpo illuminante cilindrico, dalle linee e dalle finiture pulite ed eleganti, può essere abbinato a un secondo cilindro che serve come porta fiori. Un porta fiori dalle dimensioni ridotte che spinge all’essenzialità e al mettere in risalto le linee dei singoli fiori o fili d’erba con un concetto che si avvicina all’arte floreale giapponese, fatta linee, dinamismo, di pieni e di vuoti.

Entrambe gli elementi sono calamitati e possono essere quindi combinati a piacere. Esiste anche in versione da terra.

 

Ognidove di Cini&Nills

LaFleur, Slamp

Se la lampada sostituisce la decorazione floreale, allora perchè non rendere la lampada stessa un fiore? E’ quello che avrà pensato Marc Sadler, che ha disegnato LaFleur per l’azienda Slamp. LaFleur nasce scaldando il Lentiflex® a temperatura controllata e modellando letteralmente a mano fino a dar vita alla corolla di un fiore che illumina in modo gentile la tavola. E’ disponibile nelle colorazioni prisma e velvet e anche in versione applique.

Ognidove di Cini&Nills

Float, Axolight

Quello che mi ha colpito di Float di Axolight invece è la versatilità: il diffusore, oltre ad essere utilizzato sulla base metallica può essere staccato e appeso al muro o a un albero (bell’idea!) ma può anche essere inserito sul collo di una bottiglia che prenderà inaspettati riflessi. E’ proprio il caso di dire che la metti dove vuoi e decidi tu cosa illuminare e che effetto creare. Esiste in diverse colorazioni e nella versione da terra e sospesa.

lampada Float di Axolight

Bacco, Karman

“Gli ospiti stanno arrivano, porta in tavola il vino e anche una bottiglia di luce”. L’ironia è la cifra stilistica di Karman. Bacco, disegnata da Matteo Ugolini sull’onda dei ricordi della tradizione quando in campagna si usava mettere una candela in fondo al tino per illuminare la cantina e nello stesso tempo per avvertire della presenza di eventuali pericolose esalazioni gassose. Bacco può essere usata singola, sul tavolo o sospesa, ma anche in composizioni multiple con la possibilità di avere anche il cestino portabottiglie Perbacco.

lampada ricaricabile Bacco di Karman

TeTaTeT, Davide Groppi

Davide Groppi, abituato a portare all’essenza la luce, ha trovato il modo di creare una lampada che sembra spuntare direttamente dal tavolo. In realtà è calamitata e la base può essere nascosta sotto alla tovaglia. TeTaTeT, il nome è già un programma ed è bello riprendere le parole con cui l’azienda la descrive parlando di emozioni e di magia: “Un tavolo, due volti. Un incontro. Occhi negli occhi, mani nelle mani, le parole che scorrono. Al centro, TeTaTeT. Semplice ed elegantissima, TeTaTeT è la lampada da tavolo perfetta per amori in cerca d’autore, grazie alla sua luce soffusa, romantica e profonda”.

TeTaTeT è stata menzione d’Onore Compasso d’Oro ADI 2016

Logo, Abert

Abert, già produttrice di una lampada che spesso vediamo nei ristoranti, ha pensato di portare all’estremo il concetto di personalizzazione, proponendo il nuovo modello LOGO. All’interno del diffusore, la cui parte esterna è trasparente, è infatti possibile posizionare la grafica che più si desidera, stampandola su carta, ma stoffa e carte da parati sono altrettanto interessanti come effetto finale. Questo permette di adattare la lampada molto facilmente alle diverse esigenze, ai diversi momenti dell’anno o a una serata a tema. Pensiamo al Natale ma anche a lampade che possono riportare un nome o un motivo studiato ad hoc.

lampada Logo di Abert

Zeta, Knikerboker

Zeta di Knikerboker ha la forma della lettera dell’alfabeto e uno stelo molto sottile per invadere il meno possibile lo spazio. Adatta per chi ama gli elementi grafici disegna in modo leggero lo spazio sopra il tavolo. Beviamocisu! invece è pensata per valorizzare il vino, illuminandolo da sotto per fargli prendere inaspettati riflessi.

lampade ricaricabili di Kniberboker

Nella foto di apertura Olimpia di Zafferano-lamps-à-porter con diffusore in vetro opalino soffiato a mano (foto Francesco Esci)