Le tavole di GaiaDì – le verdure di fine inverno

Le tavole di GaiaDì – le verdure di fine inverno

Uno dei temi sviluppo volentieri sulla tavola è quello delle verdure, perché le amo molto, sia da mangiare che per la loro bellezza spesso non apprezzata.

Il venerdì vado sempre a fare la spesa al Mercato della Terra di Coldiretti, dove trovo verdura fresca e di stagione (e a un buon prezzo, cosa da non trascurare). Ecco quello che ho trovato venerdì scorso: carciofi, verza, broccolo, broccolo romano, cipollotti rossi e due limoni (omaggio del verduraio).

verdure di febbraio

Sapendo di voler fare una tavola di verdure ho fatto attenzione che ci fosse un mix di colori e che la verdura acquistata non avesse ammaccature o fosse di dimensioni non adatte ad essere poi utilizzata nella composizione. In generale meglio scegliere verdura piccola.

L’idea era quella di usare la verdura per il centrotavola del pranzo domenicale e di poterla poi usare nei giorni successivi per altri pasti. Per questo tendo a non “paciugare” la verdura lasciandola il più possibile integra e a usare come elementi decorativi le parti che generalmente si scartano.

In questo caso per esempio ho scelto di usare le foglie esterne dei carciofi come segnaposto/portafiori e quelle della verza come elemento contenitivo del mio centrotavola e come porta posate.

Per l’elemento centrale, contrariamente all’idea iniziale che prevedeva di usare la verza, ho scelto l’elemento chiaro, il broccolo romano, che è molto coreografico. Intorno a lui ho disposto le altre verdure a formare una sorta di bouquet. Nella mia spesa mancava un elemento colorato che potesse spezzare la prevalenza del verde: ma niente paura, in frigorifero ho trovato del radicchio trevisano perfetto per il mio scopo. Vedi, è importante programmare e farsi prima un’idea della composizione finale, ma nel momento in cui sei all’opera capita sempre di dover cambiare qualche cosa perchè è solo provando che valuti l’armonia d’insieme dei vari elementi.

Per ingentilire e schiarire il tutto ho colto in giardino alcune margherite e primule di cui ho usato solo la sommità. Se guardi bene, le primule non sono perfette, proprio perché sono quelle spontanee o ricresciute dall’anno scorso, ma questo nulla toglie alla loro bellezza.

 

come usare le verdure in tavola

Oltre al bouquet centrale ho creato un piccolo scenario fiorito di fianco a ogni piatto. Hai mai notato quanto è bello un carciofo privato delle punte? può ricordare un fiore? È da li che mi è venuta l’idea di aggiungere al menu i carciofi in pinzimonio, e di usarli anche come elemento decorativo. Le primule avanzate le ho inserite in un portauovo in vetro e un fiore lo usato per abbellire un foglia di carciofo. A completare il tutto i segnaposto verdure della collezione #iDisegnidiMariella .

Ed ecco il risultato finale

 

Insomma è bastato veramente poco per rendere la tavola colorata e invitante e di quello che ho comprato nulla andrà perso: con i carciofi ho fatto un risotto e i broccoli li ho spadellati come contorno insieme al radicchio e questa sera ci condisco la pasta. Il risotto però, lo ammetto, non è venuto un gran che per cui accetto volentieri consigli e ricette. O forse la prossima volta mi limito a farli anche loro come contorno stufati con l’aglio e un po’ di limone, così so che mi vengono bene e si esalta tutto il loro sapore.

Metti la polenta nel piatto e sulla tavola, in modo creativo

Metti la polenta nel piatto e sulla tavola, in modo creativo

Dicembre è il mese in cui la polenta torna a far capolino sulle nostre tavole. Per questo è sembrato naturale dedicare proprio alla polenta la mia seconda social dinner, dandone però un’interpretazione gastronomica e di stile nuova.

Amata da tutti (o quasi) viene vissuta come un cibo semplice e della tradizione, da usare come piatto principale in accompagnamento a carne, formaggio, verdure o al massimo allo zucchero e al latte, come usavano i nostri nonni.

Riuscire quindi a fare della polenta la protagonista di una cena di 5 portate poteva non essere così semplice, perchè generalmente costituisce piatto unico e ci si alza da tavola più che sazi. Grazie all’estro di Marco Chef, abbiamo invece potuto scoprire modi sfiziosi di usare la polenta e di usare non solo quella più conosciuta, la gialla, ma anche quella bianca, la taragna e quella rossa. Una vera cena gourmet che ha permesso a tutti gli invitati di gustare non solo il cibo ma anche la compagnia e di passare una serata veramente piacevole.

Dal canto mio, mi sono divertita a creare sulla tavola una vera scenografia fatta di colori, oggetti, piccoli animali e ovviamente di mais. L’idea era quella di rappresentare una piccola aia: su una tovaglia color bruciato ho abbinato pentolini in rame con alcuni tipi di farina dai diversi colori e consistenze, chicchi di mais intero, qualche uccellino e una gallinella in terracotta idealmente a caccia di quei preziosi chicchi, biscotti di mais (i cosiddetti pammeini), qualche sassolino d’oro e brunito a per dare colore e lucentezza e le coroncine fatte con i rami di betulla su cui ho appoggiato i fiori secchi degli alchechengi a rappresentare l’elemento vegetale.

Per completare il tutto ho aggiunto i menù stampati su una carta paglierina e i segnaposto con i disegni di Mariella di galli e galline che hanno molto divertito i commensali e hanno aiutato le presentazioni.

Ultimo tocco dedicato alla cultura: qualche notizia interessante sulla storia della polenta e sulle tante tipologie che si possono trovare nelle varie regioni d’Italia e un paio di libri di ricette di cui uno in dialetto milanese.

Oltre alla tavola principale in veranda avevo preparato anche il tavolo della sala da pranzo che ci è servito per l’aperitivo. E un richiamo alla polenta c’era anche nell’ingresso, per fare entrare subito gli ospiti nello spirito della serata.

Perbacco, è già Ferragosto

Perbacco, è già Ferragosto

Da ormai 8 anni, passiamo le nostre vacanze estive nelle Marche alla Tenuta San Marcello, posto magnifico e super rilassante, dove ritroviamo il piacere della vita lenta, della campagna che rigenera e dell’amicizia che fa bene al cuore. A dire il vero non andiamo solo d’estate ma tutte le volte che possiamo perché ci siamo innamorati di quel mare di colline e perché Pascale, Massimo, Sophie e Jordi, proprietari della tenuta, sono diventati la nostra seconda famiglia. Proprio a TSM è nata la mia passione per l’allestimento delle tavole a tema, e Ferragosto dopo Ferragosto ho scoperto quanto mi diverte creare scenografie, trovare soluzioni creative, utilizzare la mia manualità e stupire i commensali con qualche dettaglio inusuale.

Sì perché è proprio il Ferragosto l’occasione in cui io Pascale ci scateniamo per fare della cena ferragostana una festa speciale: ci lavoriamo alacremente nei giorni precedenti coinvolgendo figli e altri ospiti, andiamo in giro per i negozi della zona a cercare accessori, frughiamo in dispensa e nella scatola dei nastri avanzati dal Natale, decoriamo, coloriamo, cogliamo fiori o raccogliamo conchiglie in riva al mare. Proprio al mare è stata dedicata la nostra prima tavola, poi ci sono stati la lavanda, la pace, la campagna e infine quella di quest’anno dedicata al vino.

 

Tenuta San Marcello è infatti un agriturismo con cantina che unisce l’aspetto di accoglienza a quello di produzione a basso impatto ambientale di vino di Lacrima di Morro d’Alba e Verdicchio dei Castelli di Jesi. Vini sempre più apprezzati e conosciuti e che abbiamo voluto celebrare anche perché proprio quest’anno è stato inaugurato un nuovo punto vendita e il Bar di campagna, punto ristoro aperto anche all’esterno oltre che agli ospiti.

PerBacco è già Ferragosto!

Una tavola a tema si tesse a poco a poco come una trama in cui i singoli fili da soli sono belli ma insieme agli altri diventano un motivo con senso compiuto.

E noi abbiamo preso i singoli elementi che compongono il mondo della viticultura e li abbiamo usati sulla nostra scena della festa, facendo esperimenti e trovando soluzioni creative, a basso impatto ambientale e anche a basso costo, il che non guasta.

Come mise en place avevamo deciso di realizzare un tavolo imperiale, una delle situazioni che preferisco perché permette di avere lo spazio per allestire una scenografia di impatto che si sviluppa sia in lunghezza che in altezza creando movimento.

Ecco quindi i singoli elementi che abbiamo usato e come li abbiamo interpretati:

  1. TURACCIOLI e SPAGO

I turaccioli provenienti da bottiglie stappate sono diventati simpatici ferma tovaglioli brandizzati. La parte più complessa è stata forarli con il trapano senza farsi male, ma per fortuna nel team di lavoro c’era Davide, abbastanza esperto e veloce da fornirci la materia prima in un’ora.

Una volta forati abbiamo usato dello spago color corda abbastanza spesso per legare i turaccioli al tovagliolo e come ulteriore tocco cromatico abbiamo aggiunto un nastrino color vinaccia, che richiamava i riccioli delle viti.

2. MOSTO DI LACRIMA

Con gli acini di Lacrima cotti e passati abbiamo ottenuto una bellissima tintura con cui abbiamo colorato i runner da mettere in centro tavola.

3. I MENU

La stessa tintura ci è poi servita per dipingere i menu che avevamo precedentemente stampato e poi personalizzato a uno a uno con disegni di grappoli e spruzzate di colore verde. Ogni menù è diventato così una piccola opera che molti ospiti hanno portato con sé come ricordo della serata.

Usare la tintura di mosto è stato divertente, unico accorgimento, bisogna farla asciugare bene perchè il contenuto zuccherino che si sviluppa in cottura tende ad appiccicare. Così noi abbiamo letteralmente steso al sole i nostri menù.

4. LE CITAZIONI SUL VINO

Con la stessa tecnica delle macchie di colore abbiamo creato i foglietti da appendere ai tralci come se fossero grappoli di saggezza e di ironia: su ogni foglietto una frase diversa sul vino, a volte seria a volte divertente.

La nostra intenzione era che questi foglietti fossero sia un elemento di decoro ma anche un diversivo per gli ospiti tra una portata e l’altra. Possiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto a pieno visto che a metà cena gli ospiti facevano a gara a leggere a voce alta (e commentare) la frase più vicina a loro, creando simpatici momenti di ilarità.

In un negozio specializzato in prodotti per enologia abbiamo trovato i supporti in bambù adatti a dare movimento al tavolo ricoprendoli con tralci e grappoli. Per farli stare in piedi abbiamo usato vasi in coccio riempiti di base da fioristi verde, nascosta da foglie di vite e fico.

5. I TRALCI DI VITE e I GRAPPOLI

Per adornare la tavola non potevamo che ricorrere a lunghi tralci di vite con i loro grappoli che abbiamo fatto correre lungo tutto il tavolo con un movimento sinuoso che alternava alti e bassi. Secondo me è infatti importante non impedire la vista tra i due commensali opposti e lasciare anche il giusto spazio ai cibi e al vino.

6. LA FRUTTA IN TAVOLA

Oltre all’uva abbiamo aggiunto anche qualche fico maturo che si sposava benissimo sia con il nostro allestimento che con il menù…. a fine serata non ne era rimasto neanche uno! Poter piluzzicare acini d’uva e fichi tra una portata e l’altra è stata molto piacevole.

7. LE CANDELE

Potevano mancare le candele per dare atmosfera?

9. IL TEAM

Nelle foto hai visto tante mani diverse, perché quest’anno abbiamo creato un vero team che per un paio di giorni ha creato insieme a noi e la cosa più bella è proprio l’atmosfera di laboriosità e serenità che unisce amici e parenti, adulti e adolescenti.

creatività in modalità ON

10. IL RISULTATO FINALE

La serata è stata molto divertente e ben riuscita, complice il tramonto, l’atmosfera che si crea sempre intorno al tavolo, gli ottimi cibi marchigiani.