Dicembre è il mese in cui la polenta torna a far capolino sulle nostre tavole. Per questo è sembrato naturale dedicare proprio alla polenta la mia seconda social dinner, dandone però un’interpretazione gastronomica e di stile nuova.

Amata da tutti (o quasi) viene vissuta come un cibo semplice e della tradizione, da usare come piatto principale in accompagnamento a carne, formaggio, verdure o al massimo allo zucchero e al latte, come usavano i nostri nonni.

Riuscire quindi a fare della polenta la protagonista di una cena di 5 portate poteva non essere così semplice, perchè generalmente costituisce piatto unico e ci si alza da tavola più che sazi. Grazie all’estro di Marco Chef, abbiamo invece potuto scoprire modi sfiziosi di usare la polenta e di usare non solo quella più conosciuta, la gialla, ma anche quella bianca, la taragna e quella rossa. Una vera cena gourmet che ha permesso a tutti gli invitati di gustare non solo il cibo ma anche la compagnia e di passare una serata veramente piacevole.

Dal canto mio, mi sono divertita a creare sulla tavola una vera scenografia fatta di colori, oggetti, piccoli animali e ovviamente di mais. L’idea era quella di rappresentare una piccola aia: su una tovaglia color bruciato ho abbinato pentolini in rame con alcuni tipi di farina dai diversi colori e consistenze, chicchi di mais intero, qualche uccellino e una gallinella in terracotta idealmente a caccia di quei preziosi chicchi, biscotti di mais (i cosiddetti pammeini), qualche sassolino d’oro e brunito a per dare colore e lucentezza e le coroncine fatte con i rami di betulla su cui ho appoggiato i fiori secchi degli alchechengi a rappresentare l’elemento vegetale.

Per completare il tutto ho aggiunto i menù stampati su una carta paglierina e i segnaposto con i disegni di Mariella di galli e galline che hanno molto divertito i commensali e hanno aiutato le presentazioni.

Ultimo tocco dedicato alla cultura: qualche notizia interessante sulla storia della polenta e sulle tante tipologie che si possono trovare nelle varie regioni d’Italia e un paio di libri di ricette di cui uno in dialetto milanese.

Oltre alla tavola principale in veranda avevo preparato anche il tavolo della sala da pranzo che ci è servito per l’aperitivo. E un richiamo alla polenta c’era anche nell’ingresso, per fare entrare subito gli ospiti nello spirito della serata.